Dove eravamo rimasti la volta scorsa? Fatta la cronaca del Consiglio Comunale del 21 gennaio, dimostrato
che chi abbandona l’aula consiliare attesta di avere poco rispetto della democrazia e degli stessi suoi
elettori, abbiamo dato un consiglio alla minoranza: rivolgersi, qualora ci si fosse sentiti lesi in un proprio
diritto, al Prefetto. Gli amici di Casagiove nel Cuore non ci avevano pensato prima e hanno deciso di farlo
dopo. Meglio tardi che mai.
Nel “ricorso”, scritto non di certo da un valente giurista e forse neanche da uno che ha studiato
giurisprudenza, si lanciano una serie di accuse al Sindaco definito alla stregua di un dittatore e usurpatore
della democrazia (Peppe Vozza un dittatore ??? Tutti i casagiovesi che lo conoscono non riescono a fermare
le risa!), la Presidente del Consiglio ed il Segretario generale che si sono permessi di far applicare il
regolamento, i consiglieri della maggioranza che hanno avuto l’ardire di presentare richiami al
regolamento, questioni pregiudiziali ed emendamenti. Non abbiamo capito, solo la minoranza può
utilizzare gli articoli del regolamento?
Chi mastica un poco di diritto dovrebbe sapere che quando si scrive un ricorso è necessario citare la norma
che si ritiene è stata violata. Ebbene, nelle sei pagine di doglianze presentate da Casagiove nel Cuore al
Prefetto, non viene indicato un solo articolo di legge calpestato o semplicemente eluso dalla maggioranza.
I nostri amici di Casagiove nel Cuore hanno esultato, ritirando fuori i loro striscioni (a proposito, che fine
hanno fatto i 60 e più comitati elettorali della campagna elettorale? Sono stati chiusi? È stata fatta la
comunicazione all’Agenzia delle Entrate?) perché il Prefetto ha scritto una lettera al Sindaco e al Segretario
comunale chiedendo cosa fosse successo. Ora, secondo voi, se qualcuno scrive che in un comune è stata
lesa la democrazia, promosso quasi un colpo di stato – leggi comune – cosa dovrebbe fare un Prefetto?
Scrive a chi di dovere e chiede lumi; attende la risposta (già arrivata) e valuta quello che dice l’uno (coloro
che non citano un articolo leso) e quello che dice l’altro (coloro che indicano una sfilza di norme di legge e
pareri ministeriali).
Non è il caso di entrare nei tecnicismi ma alcune “perle” riportate nel “ricorso” meritano un’attenzione.
Gli esponenti – intesi come coloro che hanno presentato l’esposto e come rappresentanti della minoranza –
lamentano il fatto che un consigliere di maggioranza durante la seduta del Consiglio Comunale del 21
gennaio, si è permesso di presentare un emendamento che andava a modificare il testo dell’art. 49 del
Regolamento approvato qualche giorno prima all’unanimità dalla Commissione Affari Generali. Ebbene,
non si comprende in base a quale principio di dottrina e di prassi amministrativa, un testo licenziato da
una commissione consiliare, non possa poi essere modificato dal Consiglio Comunale. Eppure nel suo
intervento in aula, quando è stato illustrato l’emendamento, erano state spiegate le ragioni di tale
decisione. Il gruppo di maggioranza di Casagiove Coraggiosa, in una riunione di pre-consiglio aveva
approfondito l’argomento e deciso unanimamente di modificare il testo dell’art. 49 che era stato approvato
dalla commissione. Questa è la democrazia. Oltretutto se si legge il verbale della Commissione AA.GG. del
12 gennaio che licenzia il nuovo Regolamento si comprende che la Commissione si è riunita in sede
referente e non redigente “in modo – così è scritto nel verbale – da consentire ai consiglieri sia in
Commissione che in Consiglio, di intervenire con emendamenti tesi a migliorare gli articolati sottoposti al
vaglio delle due sedute”. Occorre ricordare a chi legge che gli amici di Casagiove nel Cuore, molto prima che
fosse discusso il nuovo regolamento del Consiglio avevano deciso di abbandonare l’aula in segno di
protesta, ma l’emendamento, come da regolamento, era a disposizione di tutti i consiglieri ben 40 ore
prima l’inizio della seduta del Consiglio. Perché i consiglieri della minoranza non hanno fatto il loro dovere
andando in segreteria a consultare gli atti depositati? E perché non sono rimasti in aula per vigilare
sull’operato della maggioranza?
Nell’ultimo punto di doglianza gli amici di Casagiove nel Cuore affermano che tutti i Consigli Comunali
d’Italia, prevedono la possibilità di presentare mozioni su argomenti che rientrino nelle materie di
competenza del sindaco e della giunta, lasciando intendere che Casagiove è l’unico comune in Italia a
regolamentare la materia in maniera diversa. Volete l’elenco delle centinaia di comuni in Italia che hanno
regolamentato la “mozione” come ha fatto Casagiove? Ve li andate a cercare voi sul web, come abbiamo
fatto noi.
A conclusione di questa seconda puntata di “La forza della democrazia” avremmo due suggerimenti da dare
ai nostri amici. Il primo. Attendiamo in Consiglio vostre proposte di deliberazione su progetti concreti, con
indicazione precisa della copertura finanziaria. Non siamo più in campagna elettorale quando è permesso
dire “facciamo questo e realizziamo quello” senza però dire come e con quali soldi. Il secondo
suggerimento ci asteniamo dal darlo anche perché è già riportato tra le righe della prima puntata.
A proposito, anche Trump sbandierava a tutto vento che i suoi ricorsi sul furto della democrazia li avrebbe
vinti tutti. È rimasto deluso.
Casagiove Coraggiosa