Basta burocrazia che rende il possibile impossibile!

E’ tempo di innovare. Anzi siamo in netto ritardo. Bisogna ridisegnare l’insieme di persone, di competenze, di tecnologie che devono coniugarsi per produrre i servizi richiesti dai cittadini e dalla legge previsti in capo agli Enti Locali. Siamo in ritardo in tempi di comunicazione istantanea e ci sono nostalgie non superate della burocrazia delle carte infinite, ci sono lentezze esasperanti nelle decisioni, ci sono incrostazioni, a volte volute, che rallentano l’ingresso del nuovo per conservare piccoli privilegi e medievali poteri che il cittadino dall’altro lato dello sportello odia senza sé e senza ma. Purtroppo la mediocrità dei governi cittadini degli ultimi anni ha accentuato un male antico, perché quando gli amministratori non amministrano ne deriva che i dirigenti non dirigono, i funzionari non funzionano e i dipendenti, ovviamente, non dipendono. La catena di comando richiede un elevato livello di responsabilità e la evidenza di chi fa che cosa. Ruoli confusi, nessuna valorizzazione del merito, premi uguali per tutti diffondono senso di ingiustizia e scoramento, ma non quanto i comparaggi politici di coloro che invece di servire l’ente servono l’eletto di riferimento e, se possibile, anche un po’ se stessi.

E’ tempo di nuove figure e di nuove competenze selezionate con rigore maniacale. Chi pensa che bisogna mandare sempre avanti i mediocri parenti ed amici e amici degli amici sappia che crea danni che dureranno decenni e saranno pagati per generazioni. La città e la comunità che la abita devono essere rispettate e se chiedono d’avere il meglio hanno ragione! Avere definito un buon progetto, purché non si sia scopiazzato da quello della Azzano orobica, avere delle buone idee, essere capaci di guardare al futuro è fondamentale, ma poter realizzare necessita di risorse umane qualificate, motivate, consce della particolarità e nobiltà del loro impegno a servizio della comunità. Conosco i Comuni e non solo il nostro. Da City Manager di frontiera ne ho viste di cotte e di crude. Il lavoro dei migliori, e ce ne sono, viene mortificato dalla manifesta stupidità di coloro che, a furia di far carriera a calci nel deretano, raggiungono il livello della totale ignoranza del loro ruolo e della loro funzione. Mi sono imbattuto in delibere piene di periodi sospesi, di “originale” sintassi, di grammatica assassinata, di congiuntivi presi a cannonate, ma anche in muri di “comma” e di raffinati tartufismi che miravano a gabbare la legge e a nascondere sotto di essa l’illegalità. Ho letto motivazioni per un esproprio che fondavano la loro presunta “legittimità” sul divieto di affissione, ho visto cercare nello stradario la “via provvisoria”, che non si riusciva a trovare mai.

La via nuova che dobbiamo percorrere è quella della competenza e della trasparenza! Una via difficile e obbligata. Una via che non potrà mai essere percorsa da chi arruola truppe col clientelismo ancien régime, che promette la lampada di Aladino, che copre con una marea di brutti manifesti, tristi striscioni e slogan pezzotti la evidente inadeguatezza di un pensiero politico da sempre debole e “ammalazzuto”.

Governare la città è un servizio; nel senso di servire, non di servirsi o circondarsi di servi.

Perciò, nessun dubbio: Peppe Vozza e “Casagiove Coraggiosa”.

Carlo Comes